Bonsoir a tutti, da stasera ho deciso che sul mio blog non metterò più recensioni. E neppure le foto del compleanno, che in tutto sono più di 200 e non si caricherebbero mai. In compenso, metterò di più della mia vita. E per i libri, semplici consigli con nome dell'autore e titolo (il mio cervello non funziona se non leggo, scusate). Sono stata al mare, peccato che mi sono abbronzata a chiazze. =(
Presto partirò per Parigi e sto rispolverando un pò di francese, anche se sono praticamente certa che dopo qualche giorno lì saprò destreggiarmi. Ce l'ho nelle vene, deve essere così. Scusate ancora se sono stata molto assente, è stata una fase, ma ora torno in me. =D
Au revoir! xoxo
Libro consigliato da leggere sotto l'ombrellone ma gli inguaribili romantici ma anche ironici: Per l'@more basta un clic di Rainbow Rowell
Libro consigliato a coloro che amano i gialli e non ne possono più dei vampiri alla Twilight: Ladra di sangue di Cherie Priest
lunedì 18 giugno 2012
venerdì 15 giugno 2012
lunedì 11 giugno 2012
Ma davvero non si capisce?
Non so. Ho deciso di postare il primo capitolo di quello che sto scrivendo. Finora le critiche sono state:
1. non si capisce!
2. ci sono troppe parolacce!
Tutto cominciò una fredda sera di maggio. Il vento sferzava le strade illuminate dagli eleganti lampioni, era sabato, e la gente passeggiava tranquilla, o leggermente ubriaca, a seconda dei casi. Una giovane ragazza americana si fermò a guardare il cielo rapita. Era carina, aveva un sorriso luminoso. Prese per mano Jack, il suo fidanzato, e lo tirò vicino a sé, baciandolo con passione.
1. non si capisce!
2. ci sono troppe parolacce!
Tutto cominciò una fredda sera di maggio. Il vento sferzava le strade illuminate dagli eleganti lampioni, era sabato, e la gente passeggiava tranquilla, o leggermente ubriaca, a seconda dei casi. Una giovane ragazza americana si fermò a guardare il cielo rapita. Era carina, aveva un sorriso luminoso. Prese per mano Jack, il suo fidanzato, e lo tirò vicino a sé, baciandolo con passione.
-Calma, tigre!- la
ammonì lui ridendo.
-Solo perché siamo
a Parigi, la città più romantica del mondo e via dicendo, non significa che tu
debba essere per forza così espansiva in pubblico!-
A Jack in realtà
non dispiacevano le effusioni pubbliche della sua ragazza: in fondo Jennifer
era un bel bocconcino e farsi vedere in giro con lei non poteva far altro che
aumentare la sua popolarità.
-Non è solo per
questo, tesorino- gli rispose lei sensuale, giocando con il bavero della
camicia del ragazzo.
-Oggi facciamo due
mesi. Non dirmi che non te lo ricordavi!- Jenny mise su il suo solito broncio,
che la faceva apparire ancora più sexy, e lo guardò dritto negli occhi.
-Ma no, che dici,
amore?-
Jack si riprese
rapidamente dall’imbambolamento. Erano passati mesi da quando si era messo con
lei eppure c’erano momenti in cui la guardava ancora con la faccia da tonto. Va
bene, molto spesso le guardava fisso le tette. Era un adolescente arrapato,
cazzo, era normale!
-Anzi, ti ho
comprato questo- Jack tirò fuori dalla tasca della giacca bianca una scatolina,
tutta ben infiocchettata.
-Jack!- trillò
Jenny felice, -Davvero?!-
-Certo…- le rispose
lui, insicuro su ciò che voleva dire. Sembrava un ragazzino impacciato, porca
miseria!
-Però sediamoci su
una panchina, non vorrei che ti cadesse qualcosa- riprese lui, indicandole un
punto preciso, nell’oscurità.
-Come sei dolce!-
esclamò la ragazza, dirigendosi felice nel luogo appartato, seguita a ruota da
Jack.
Una volta seduta
lui la rimirò da qualche metro di distanza. Voleva vedere bene la sua
espressione quando avrebbe visto il suo regalo. Con i capelli neri, la
camicetta bianca con le maniche a sbuffo e la gonna nera arricciata in fondo,
il tutto riempito da un corpo di cheerleader, era incantevole. Su una caviglia
sottile brillava qualcosa, un braccialetto forse, di cui Jack non si era mai
accorto. Strano.
Jenny aveva appena
aperto la scatoletta e per quanto il ragazzo si sforzasse di decifrare la sua
espressione, non ci riuscì. La ragazza era immobile, con lo sguardo fisso sul
suo regalo.
Jack si accorse
solo in quel momento che stava trattenendo il fiato, soltanto adesso capiva
quanto voleva che le piacesse quello che le aveva comprato.
Jenny tirò fuori
con attenzione la catenina, fissandola intensamente. Era d’oro bianco,
sottilissima, e aveva un ciondolo: un cuore piatto con incise sopra due lettere
da una parte, JJ, e dall’altra 4 ever.
-Tutto qui?- il
tono della ragazza era completamente cambiato.
Jack ebbe come
l’impressione di sentire il suo cuore cadere da qualche parte, in remote
profondità, e rompersi in mille pezzi. Lui era un dongiovanni, come aveva
potuto ridursi così per una ragazza, sebbene bellissima? Eppure lo sentiva
chiaramente: stava male. Malissimo. Pregò di non piangere ma a quanto pareva
Chiunque-Ci-Fosse-Ai-Piani-Alti non stava prestando attenzione.
-Oddio, sei pure un
frignone, non solo non sei abbastanza intelligente da comprare diamanti o
qualcosa che una ragazza possa indossare senza vergognarsi, ma sei pure così
senza palle!- lo aggredì Jenny.
Era vero che il
ragazzo era ottenebrato dal dolore, ma gli sembrò di vedere chiaramente che i
suoi occhi ora brillavano nell’oscurità, come quelli di un gatto. Perché cavolo
aveva scelto quel posto lì, al buio, era diventato cretino?! Non c’era qualcuno
che potesse vedere quello che lei gli stava facendo? Non sembrava neanche più
Jennifer…
Jack sentiva uno
strano sapore il bocca, cattivo. Stava sudando come una fontana, sebbene la
temperatura fosse di certo scesa, e le gambe erano due budini.
-Ah, stavolta non
mi dispiace neppure, tu sei uno di quelli che se lo meritano- Jenny schioccò le
dita e improvvisamente apparve dalle tenebre una massa oscura, di forma
vagamente umanoide. Sembrava una fiamma nera, con occhi rossi, che lo
perforavano.
-Prendetelo- ordinò
l’ombra con voce sepolcrale, un comando svogliato, e dal nulla apparvero due
mastini neri, che sembravano molto simili al suo padrone, se non per il fatto
che in essi si vedeva anche il bianco delle zanne.
-JENNIFEEER!- urlò
Jack, tra le lacrime, prima che i cani infernali gli saltassero addosso,
strappandogli i vestiti e dilaniando la sua carne. Trascinandolo per le braccia,
dove avevano affondato i denti in profondità, lo portavano verso un buco.
Perché non sembrava altro che questo, finchè non vide l’ombra inquietante
sprofondarci dentro. Cazzo, non era
un buco qualsiasi! Cercò di urlare e di divincolarsi, ma nessuno lo sentì,
anzi, i cani strinsero più forte la presa. Jack ululò ancora più forte, in
preda alla disperazione e alla paura più totale.
-Sei proprio una
femminuccia!- gli gridò contro Jenny, che improvvisamente torreggiava su di
lui. Quell’apparizione gli bloccò le corde vocali giusto il tempo di notare che
non sembrava più umana: le pupille erano come quelle di un gatto, il sorriso
crudele rivelava due canini molto più lunghi del normale e tutt’intorno a lei
vorticava qualcosa di scuro, facendole ondeggiare i capelli ed i vestiti, come
se stesse sott’acqua.
-Divertiti
all’Inferno, tesoruccio-
Le ultime parole di
Jack su questa Terra furono: -Brutta troia che non sei altro!-
L’ultima cosa che
vide fu la ragazza che aveva amato che buttava con forza il suo regalo sul
marciapiede, e poi se ne andava, come se non fosse successo nulla. Quello fece
più male di tutti gli insulti del mondo.
Quella stessa
notte, mentre Parigi continuava la sua vita notturna incurante dei problemi
altrui, per esempio di un ragazzo innocente che veniva trascinato all’Inferno,
qualcuno passò per quel vicolo maledetto. Nessuno la notava, era una figura
minuta che sembrava compattarsi al resto della folla: cappottino lungo e
grigio, cappello calcato sul viso nel quale erano raccolti i capelli e gli
occhi nascosti da un paio di occhiali da sole enormi. Quello sarebbe potuto
sembrare strano, ma nessuno si soffermava troppo con lo sguardo su
quell’aspetto bizzarro. Tuttavia quella persona che sembrava così
insignificante annusò l’aria passando di lì e sentì l’inconfondibile odore di
zolfo. Borbottò qualcosa tra sé e abbandonò la strada illuminata, per
avvicinarsi alla panchina. Passò le dita sul legno. Niente. Abbassò giusto un
po’ sul naso, tipicamente francese, gli occhiali scuri per vedere meglio sotto
alle fronde di quell’albero.
-Ah-ah!- esclamò
soddisfatta. Aveva trovato il segno. Un cerchio di terra bruciata, poco
distante da lì. Tutt’intorno l’erba era verde, solo lì no. Non aveva il
coraggio di toccare quella parte: non si fidava mai troppo dei passaggi
demoniaci, potevano essere aperti anche se non lo sembravano. E lei preferiva
non ritrovarsi con un braccio putrido o incandescente che usciva da lì e la
tirava giù. No, grazie, non faceva per lei. Rapidamente tirò fuori da uno dei
tasconi del cappotto il suo I-phone, con il quale ottenne una foto piuttosto
nitida del punto interessato. Riposto quello, tirò fuori una bustina di sale,
una delle tante che si portava appresso, e con esso disegnò una croce sopra al
cerchio d’erba bruciata. Mentre compiva questo procedimento con attenzione,
sussurrò:
-Crux sancta sit mihi lux, non draco sit mihi
dux. Vade retro satana, numquam suade mihi vana-.
Dopo aver ripetuto a memoria quelle frasi per tre volte si allontanò furtiva,
sistemando di nuovo gli occhiali scuri al loro posto. Prima di abbandonare quel
luogo, era sola e non del tutto armata, per cui cominciava ad avere paura, vide
brillare qualcosa in lontananza. Si guardò intorno. Nessuna presenza maligna in
vista, a quanto pareva. Prese coraggio e si avvicinò, chinandosi a raccogliere
la fonte di quel bagliore. Una collana. Già prima di toccarla ebbe come la
sensazione di sapere che era collegata a quello che era successo quella sera.
Quando la prese in mano un turbine d’immagini esplose nella sua testa, ma lei
fu più veloce e ficcò subito in tasca la collana. Senza più esitazioni, corse
verso casa, aspettando che a ogni incrocio saltasse fuori qualcosa che la trascinasse
all’Inferno a fare compagnia al disgraziato di turno. Quando arrivò a casa,
relativamente sana e salva, senza contare gli insulti di quelli a cui era
andata addosso lungo la sua folle fuga e il sudore che sentiva colare da tutte
le parti, fu subito accolta da una voce familiare.
-Che diavolo ti è successo?-
Pareri, please!
giovedì 7 giugno 2012
Quanto non mi va
Di fare la recensione e di andare domani a scuola a beccarmi i gavettoni. Di riprendere in mano quello che sto scrivendo, perchè ora che è finita la scuola non ho più scuse. So andando verso uno stadio di trasformazione completa nella quale diventerò una cicciona sudata che si gira e rigira nel letto, e non è questo il mio programma. Quindi è meglio che comincio a fare qualcosa.
La chimera di Praga di Laini Taylor, cominciamo da questo.
Karou è una persona speciale. Ha dei capelli naturalmente blu splendenti come seta e una filigrana di tatuaggi su tutto il corpo. E' di casa nei vicoli più stretti di Praga come nei caotici mercati di Marrakech. Ma Karou ha un segreto. A volte scompare per giorni e nessuno sa dove. E nemmeno lei sa quale si la sua origine. Fino a quando un giorno sulle porte non appaiono delle grandi impronte nere. Delle sconosciute figure alate le imprimono nel legno e nel ferro. Una di loro incontra Karou e da inizio a una travolgente passione. Alla fine Karou scoprirà di sé più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Devo dirlo, è fantastico. Ho cominciato a leggerlo anche per la copertina, perchè le mie idee riguardo alla vecchiaia sono queste: quando i miei capelli non saranno più del loro rosso naturale che non si può ottenere con le tinte, le mie scelte variano dal rosa chiaro all'azzurro-blu. Tuttavia l'ho finito con un subbuglio di emozioni nel cuore per tutto ciò che mi aveva fatto pensare, non solo per l'ambientazione (adesso devo pure andare a Praga, deve essere una città adatta a me) ma fra angeli e finti vampiri che si credono il centro del mondo ha uno spirito tutto suo questo romanzo. E la protagonista è di tutto rispetto, mica una ragazzina melensa!!!
Ora passiamo a Muses, che invece mi ha un pò deluso, nonostante la copertina.
Quando scappa da Roma diretta a Londra, coperta di tatuaggi e piercing, Alice sente che la sua vita potrebbe cambiare per sempre. Ha appena scoperto di essere stata adottata, ma per lei questa notizia è quasi un sollievo. Cresciuta con un padre violento e una madre incapace di esprimere il proprio affetto, ora Alice deve scoprire le sue radici e l'eredità che le ha lasciato la sua vera famiglia. Decisa, risoluta, ribelle, è una violinista esperta ed è dotata di una voce straordinaria. Ed è proprio questa voce a guidarla verso la verità: le antiche nove Muse, le dee ispiratrici degli esseri umani, non si sono mai estinte. Camminano ancora tra noi. I loro poteri si sono evoluti. E Alice è una di loro. La più potente. La più indifesa. La più desiderata da chi vorrebbe sfruttarne gli sconfinati poteri per guidare gli uomini, forzarli se necessario, fino alle conseguenze più estreme. Ma un dono così può scatenare l'inferno. E sta per accadere.
Sarà che sono un tipo da happy-end o comunque non mi piace leggere di particolari violenze nè di problemi vari che si trovano in questo romanzo che la lettura non mi ha particolarmente entusiasmata. A un certo punto ho proprio perso il filo e sono tornata indietro per capirci qualcosa. Non che sia scritto male, anzi, ma credo che dipenda dai gusti.
E in tutto questo casino a me viene voglia di nuovo dopo ANNI di scrivere qualcosa a proposito dei vampiri... Che ne dite, il fenomeno Twilight è finito???
La chimera di Praga di Laini Taylor, cominciamo da questo.
Karou è una persona speciale. Ha dei capelli naturalmente blu splendenti come seta e una filigrana di tatuaggi su tutto il corpo. E' di casa nei vicoli più stretti di Praga come nei caotici mercati di Marrakech. Ma Karou ha un segreto. A volte scompare per giorni e nessuno sa dove. E nemmeno lei sa quale si la sua origine. Fino a quando un giorno sulle porte non appaiono delle grandi impronte nere. Delle sconosciute figure alate le imprimono nel legno e nel ferro. Una di loro incontra Karou e da inizio a una travolgente passione. Alla fine Karou scoprirà di sé più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Devo dirlo, è fantastico. Ho cominciato a leggerlo anche per la copertina, perchè le mie idee riguardo alla vecchiaia sono queste: quando i miei capelli non saranno più del loro rosso naturale che non si può ottenere con le tinte, le mie scelte variano dal rosa chiaro all'azzurro-blu. Tuttavia l'ho finito con un subbuglio di emozioni nel cuore per tutto ciò che mi aveva fatto pensare, non solo per l'ambientazione (adesso devo pure andare a Praga, deve essere una città adatta a me) ma fra angeli e finti vampiri che si credono il centro del mondo ha uno spirito tutto suo questo romanzo. E la protagonista è di tutto rispetto, mica una ragazzina melensa!!!
Ora passiamo a Muses, che invece mi ha un pò deluso, nonostante la copertina.
Quando scappa da Roma diretta a Londra, coperta di tatuaggi e piercing, Alice sente che la sua vita potrebbe cambiare per sempre. Ha appena scoperto di essere stata adottata, ma per lei questa notizia è quasi un sollievo. Cresciuta con un padre violento e una madre incapace di esprimere il proprio affetto, ora Alice deve scoprire le sue radici e l'eredità che le ha lasciato la sua vera famiglia. Decisa, risoluta, ribelle, è una violinista esperta ed è dotata di una voce straordinaria. Ed è proprio questa voce a guidarla verso la verità: le antiche nove Muse, le dee ispiratrici degli esseri umani, non si sono mai estinte. Camminano ancora tra noi. I loro poteri si sono evoluti. E Alice è una di loro. La più potente. La più indifesa. La più desiderata da chi vorrebbe sfruttarne gli sconfinati poteri per guidare gli uomini, forzarli se necessario, fino alle conseguenze più estreme. Ma un dono così può scatenare l'inferno. E sta per accadere.
Sarà che sono un tipo da happy-end o comunque non mi piace leggere di particolari violenze nè di problemi vari che si trovano in questo romanzo che la lettura non mi ha particolarmente entusiasmata. A un certo punto ho proprio perso il filo e sono tornata indietro per capirci qualcosa. Non che sia scritto male, anzi, ma credo che dipenda dai gusti.
E in tutto questo casino a me viene voglia di nuovo dopo ANNI di scrivere qualcosa a proposito dei vampiri... Che ne dite, il fenomeno Twilight è finito???
sabato 2 giugno 2012
Somebody helps me!!!
Diciamolo, ho abbandonato questo blog per la scuola. E per la mia maggiore età. In realtà, da quando ho varcato le soglie dei 18, la sensazione che predomina è: "Adesso prendo una cavolo di arma, un bazooka magari, e ti faccio fuori!!!".
Quindi scusate l'assenza. Tra un settimana sarà tutto finito e tornerò in me. Mi dispiace che l'immagine si veda piccolissima, ma altrimenti è troppo sgranata. Perdono.
Quindi scusate l'assenza. Tra un settimana sarà tutto finito e tornerò in me. Mi dispiace che l'immagine si veda piccolissima, ma altrimenti è troppo sgranata. Perdono.
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